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All'improvviso la Mirage

  • Nicolò
  • Mar 21, 2016
  • 3 min read

Giovedi sera, serata uggiosa. Cosa c'è di piu' bello del rinchiudersi in un pub a bere birra e ad ascoltare buona musica? Si però questo non è un pub ma lo Zog, un locale fichissimo sui Navigli, prima di proprietà dell'ex cantante de "Le Vibrazioni", Francesco Sarcina, poi divenuto di proprietà di Sergio Carnevale, batterista dei Bluvertigo.

La buona musica ha il suo nome "Marianne Mirage", di Cesena e figlia di un pittore che le trasmette l'amore per l'arte sin da quando era in fasce. E' così che scopre il Jazz e la passione sfegatata per il soul.

"Marianne trascorre la sua adolescenza on the road tra Londra, Parigi, Berlino e la Turchia, mentre studia letteratura, fotografia, musica e recitazione". (Marianne Mirage Official Website) "Cazzo che figata" è la prima cosa che penso dopo aver letto la sua Bio, poche ore prima di andare al suo concerto.

Il locale è pieno, la gente malgrado la pioggia si riversa sul Naviglio Grande a fumare nell'attesa di entrare allo Zog.

Su un piccolo palco, in uno degli angoli del locale, una chitarra acustica e una percussione africana aspettano solo di essere suonate. Applauso ed eccola là a cantare.

Come l'ho conosciuta? Me l'hanno "presentata" al solito modo, un paio di cuffie e Spotify. La prima canzone che ho ascoltato si chiama "Lo so cosa fai". Un accordo minore di un piano al filo dell'accordatura e un beat Hip-Hop di una vecchia scuola degna di un rapper del ghetto. Il ritornello parte quasi subito e ti entra in testa con una melodia cantilenata ma incredibilmente piacevole.

Si è presentata davvero bene.

Il testo parla di una di un'amore che viene e che va, tema comunque azzeccatissimo, almeno a mio parere, con come suona tutta la canzone. In più il Bridge della canzone è rappato da Elijah Hook, di cui sapevo poco e niente.

Lo Zog è un ambiente molto strano.

Effettivamente ci si aspetta che dalla porta del locale possa entrare da un momento all'altro un qualche chitarrista appartenente a qualche band famosa o un Rocker. L'ambiente è molto vintage, le pareti in mattone nudo sono illuminate da lampadine che sbucano da esse e che rendono il tutto molto più intimo e minimale allo stesso modo. Strano ma un contesto che rende giustizia a chi sta suonando.

Le lampadine si spengono ed eccola la, con la chitarra in braccio e una percussione dal suono afro-elettronico ad accompagnarla. Volutamente non ho parlato della sua voce, perchè effettivamente il tutto sta insieme grazie a essa, una voce seducente che si infila fra melodie e suoni cuciti apposta su di essa.

Il live si articola fra cover e inediti dell'album che uscirà il 25 marzo dal titolo "Quelli Come Me".

"....il disco di debutto su etichetta Sugar. Prodotto da Max Elli e Jack Jaselli, registrato all’Auditoria Records di Como e mixato da Enrico La Falce, “Quelli Come Me” rappresenta l’esordio sulla lunga distanza di Marianne, un grande lavoro di creatività che l’artista dedica a tutti quelli che vedono e vivono la vita come lei" (Marianne Mirage Official Web Site)

Un ottimo spettacolo a cui partecipare e la Mirage se la suona e se la canta davvero bene. Alla fine del Live tutti quanti me compreso si complimentano con lei che, appena posata la chitarra, saluta il suo pubblico, una persona alla volta. Non potevo mancare venerdì 18 Marzo all'Expo Gate dove Marianne avrebbe di nuovo suonato e ammetto che è stata una riconferma della mia prima impressione. La Mirage riesce perfettamente a farti entrare nel suo mondo e a raccontartelo con una voce sensuale che cattura indistintamente uomini e donne o almeno con me c'è riuscita alla grande.

 
 
 

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