Coldplay
- Nicolò
- Jun 9, 2016
- 4 min read
Va bene dai la faccio la cazzata. Mi sento di iniziare cosi' questo post perchè ho riflettuto un po' prima di voler parlare del gruppo in questione e mi sono dovuto fare una cultura, non soffermandomi su quanto ascoltato e già conoscevo di Loro, ma cercando di comprenderne la vera essenza. Si perchè a parlare dei Coldplay si rischiano figure di merda epiche o di ricadere nel trito e ritrito. Per cui la premessa è questa: il mio è semplicemente un parere dettato da quanto ho percepito immergendomi completamente nel loro mondo, un mondo capace di inghiottirti e risputarti fuori ogni volta in maniera diversa.

Ce ne sarebbero di cose da dire sui Coldplay e su come sono arrivati al successo, ma soffermarsi su tutto il background del gruppo sarebbe davvero un "lavoraccio" visto che non sto parlando di una band neo-nata, ma di un colosso che affonda da quasi vent'anni le sue radici in un terreno profondo come quello del Britpop ( genere nato attorno agli anni 90) mescolandosi all'Alternative Rock.
Originariamente Chris Martin e i Suoi avevano deciso di chiamare la Band "Starfish" e solo successivamente cambiarono il nome in quello che tutti conosciamo, nome derivato da un amico di Chris, Tim Rice-Oxley, un pianista che decise di abbandonare l'idea che il suo gruppo avrebbe potuto chiamarsi in quel modo. Fu la Parlophone, etichetta discografica che scoprì i Beatles che offrì loro il primo contratto nel '98 e nel novembre del '99 la band incentrò i suoi sforzi su "Parachutes", l'album di debutto, arrivando a passare il capodanno chiusa in studio per completare i brani "Yellow" ed "Everything's Not Lost". C'è da dire che i nervosismi erano alle stelle e l'uscita imminente dell'album causò alcune "incomprensioni": Martin arrivò a presentarsi ubriaco e a cacciare a seguito di uno scontro verbale il batterista Will Champion che riaccolse il giorno dopo scusandosi con lui e dando la colpa dell'accaduto all'alcol. Parachutes e il singolo Yellow divennero ben presto la chiave di volta del successo su scala mondiale dei Coldplay mentre la critica al contempo li osannava e li bollava come emulatori dei Radiohead.
Effettivamente nel suono del primo album di Martin & Co. si sente l'influenza di alcuni gruppi storici fra i quali gli U2, dei Travis e quella di Jeff Buckley, ma la band nel corso degli anni ha saputo differenziarsi e rinnovarsi, fino a creare uno stile (quasi un genere musicale a parer mio) unico nel suo genere. Insomma hanno dato l'ennesima dimostrazione che non bisogna giudicare un libro dalla copertina.
Ammetto di non essere mai stato uno dei fan più sfegatati e di non aver mai conosciuto a memoria tutte le loro canzoni ma da qualche anno a questa parte mi sono più volte imbattuto nelle Hits che hanno pian piano scolpito il loro nome nella Hall Of Fame della musica mondiale e il più delle volte rimanevo confuso: mi rendevo conto che ogni loro canzone, seppur ascoltata a ripetizione, assumeva ogni volta un significato diverso, dettando sentimenti e provocando stati d'animo completamente differenti. Il primo album che io abbia mai comprato è stato "Ghost Stories", non uno dei loro album più famosi, ma che sicuramente, almeno per quanto mi riguarda, ha lasciato il segno. Sarà per il suo suono elettronico, per la "magia" che ogni traccia comunica, fatto sta che ho consumato quell'album fino doverlo ricomprare per via delle troppe righe che ricoprivano il retro del disco ( si sono uno di quelli a cui piace ancora comprare il Fisico degli artisti che ascolto). Perchè sono partito proprio da questo disco non ne ho idea, forse questa è una di quelle cose che ho ereditato dalla lettura, perchè mi è sempre piaciuto iniziare dalla fine di un libro, leggere l'ultima frase, farmi un'idea di come sarà la storia e poi smantellarla completamente riprendendola dall'inizio. Magic e A Sky Full Of Stars sono sicuramente le canzoni più conosciute dell'album, una un singolo che sfiora un sound ambient misto a un rock malinconico, l'altra una hit che si è affermata nel panorama Dance internazionale.
Quello che ho capito da un po' di tempo a questa parte è che è impossibile seguire il filo logico di Chris Martin & Co. , prendendo in considerazione un album intero e cercando di interpretarne il concept, perchè ogni canzone è a se un concept, con un genere e un mood tutto suo.
Un esempio brillante di ciò che ho detto è, secondo il mio pensiero, A Head Full Of Dreams, di cui amo la copertina caleidoscopica al centro della quale c'è vi si trova un albero della vita versione arcobaleno: insomma pop-minimal-rock-elettronica tutti questi generi sbattuti lì, a sancire che è nuovamente un album matriosca.

E c'è tutto, a testimonianza del fatto troviamo i tre singoli usciti in quest'ordine: Adventure Of A Lifetime, Hymn For The Weekend (Featuring con Beyoncè) e l'ultimo arrivato, Up & Up, singolo che ci viene presentato con un video che reputo spettacolare.
-L'album inoltre è pieno zeppo di collaborazioni, tra le quali troviamo quelle con Tove Lo, Noel Gallagher e l'ex moglie di Chris Gwyneth Paltrow in "Everglow", canzone che vi consiglio di andarvi ad ascoltare se siete un pelo malinconici. Il brano Kaleidoscope è inoltre caratterizzato da un campionamento di Amazing Grace di John Newman e The Guesthouse, eseguito dal presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama.-
Fonte Wikipedia
Il tutto però ha una regia incredibile, undici brani prodotti dagli Stargate e da Rik Simpson. Io non credo che tutto ciò abbia snaturato l'essenza dei Coldplay, anzi l'abbia esaltata.
Una nota dolente c'è però: Chris Martin durante un'intervista rilasciata ha descritto A Head Full Of Dreams un "completamento del percorso della band", affermando quanto segue: « È il nostro settimo disco e lo vediamo un po' come se fosse l'ultimo libro di Harry Potter. Ciò non significa che non potrà esserci qualcos'altro dopo questo disco [...] È stato grandioso passare da Ghost Stories allo studio di registrazione: ora stiamo facendo cose che suonano in un modo differente. Devo pensare questo album come se fosse l'ultimo lavoro che facciamo insieme, altrimenti non metteremmo tutto di noi al suo interno. »
Insomma il tutto suona con una vena più malinconica del solito condito da una bella verve.
Magari avrò sparato un mare di stronzate fino a ora, ma sinceramente non credo riuscirei a essere più razionale e meno "sentimentale" nel dire che i Coldplay mi hanno sorpreso ancora una volta.
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