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LA MUSICA SECONDO "NAVA"

  • Writer: Nicoló Schiara
    Nicoló Schiara
  • Feb 7, 2018
  • 4 min read

Ritrovarsi nella tana di un producer è un privilegio: è il luogo in cui le idee prendono forma e si trasformano in qualcosa di concreto, in musica. Qualche domenica fa ho avuto l'occasione di intervistare Nava Golchini e Francesco Fugazza, nello studio di registrazione in cui è nato un progetto musicale davvero interessante: NAVA.

Scusate l'intrusione ma è davvero suggestivo sapere che qui dentro avvengono cose straordinarie e che è nato uno dei progetti musicali più interessanti del momento!


Francesco: Siamo molto soddisfatti del lavoro portato avanti fino a questo momento. Lo studio è mio e di Marcello Grilli, quando produciamo insieme siamo i "Muut", ma il progetto di NAVA è una cosa che parte principalmente da Nava Golchini, me e gli altri membri, Marco Fugazza, mio fratello, ed Elia Pastori.


Torniamo indietro di qualche anno quando probabilmente tutto questo era solamente un'idea. Come vi siete conosciuti?


Nava: Ci siamo conosciuti fra i banchi del Cpm, la scuola in cui entrambi abbiamo studiato musica, per l'esattezza davanti alla macchinetta del caffè (ride). Avevo finito di scrivere un pezzo, al mio insegnate è piaciuto molto e mi ha suggerito di cercare qualcuno che potesse aiutarmi a finalizzarlo. Così ho conosciuto Fra e dopo avergli fatto ascoltare il pezzo, abbiamo deciso di collaborare, inizialmente con qualche cover. Francesco: Dovete sapere che quando Nava scrive un pezzo manda solamente l'intro e la prima strofa cantata. Questo fa si che lei ti catapulti nel mood del pezzo facendotelo capire immediatamente. Quando ho ascoltato per la prima volta un suo provino ho intuito che ci fosse qualcosa di molto interessante ed estremamente irriverente in ciò che faceva e ho accettato subito di collaborare con lei.


Il progetto si propone con sonorità decisamente internazionali e con dei testi in lingua inglese. Nava tu hai origini persiane e sei di madrelingua inglese. Quanto hanno influito le tue origini sul progetto?

Nava: premetto che io questa cosa non riesco a percepirla, anche se Francesco e gli altri invece dicono il contrario. Non sono cresciuta ascoltando molta musica persiana, ma probabilmente le mie origini si sentono soprattutto nelle linee melodiche delle parti cantate, spesso mi ritrovo a passare da un quarto di semitono a un altro, quindi può essere che in maniera inconsapevole e naturale questa cosa emerga da sola. Flesh, per esempio, ha pochi tratti orientaleggianti, ma in altre produzioni è più evidente.

A proposito di Flesh, come mai avete scelto questo come brano d'esordio?


Francesco: Flesh ci è piaciuta sin da subito e dai primi feedback di amici e colleghi ci siamo resi conto che sarebbe stato un pezzo estremamente caratterizzante per il progetto. Ora stiamo lavorando a pezzi nuovi, ma sentiamo comunque di essere legati al nostro passato e quindi a Flesh, che rappresenta un punto di partenza importante per noi. Credo sia parte integrante del percorso di un artista spingersi verso nuove sonorità, andando verso nuovi stili ed è questa la direzione che stiamo dando al progetto: una ricerca costante per innovarsi sempre.


Come lavorate quando siete in studio? Come avviene la "magia", ovvero il momento in cui capite che quello è il suono che stavate cercando e che quella è la direzione in cui andare?

Nava: Solitamente me ne accorgo quando vedo la notifica di WeTransfer da parte di Fra, il che vuol dire che mi ha mandato una delle sue bombe (ride). Dietro questa battuta però si nasconde il fatto che solitamente il nostro lavoro per via di vari impegni avviene a distanza, per cui a volte mi ritrovo a dover mandare solo parti della canzone a Francesco che poi le assembla e me le rimanda come bozza di una canzone.


Francesco: è un lavoro individuale ma eterogeneo. Spesso le idee nascono da Nava e ci si lavora. Nel caso di Ritual, il nostro nuovo singolo che è disponibile su Spotify a partire dal 30 Gennaio scorso, la canzone è stata "partorita" dopo una session in studio con Elia e Marco. La fortuna di lavorare con due batteristi così è che puoi dar loro la piena libertà creativa ed esecutiva. Quindi ci siamo messi a improvvisare dei drumming su percussioni varie affinché si creasse un mood tribale, ma allo stesso tempo industrial. Da lì è poi stata sviluppata l'intera struttura del pezzo.


Stiamo attraversando una fase molto particolare nel mondo dell'industria musicale. Se prima era importante avere alle spalle una Label di successo, oggi molti artisti stanno emergendo in completa autonomia, auto-producendosi e autofinanziandosi. Si è creato un vero e proprio movimento che sfrutta i mezzi di cui la nostra generazione dispone, Social Network e le varie piattaforme di streaming musicale per fare successo. Dove pensate che porterà questo nuovo modo di fare musica?


Francesco: Penso che quando un prodotto è forte piace. Viviamo in un momento in cui di musica se ne ascolta ancora molta, questo da la possibilità a tutti di poter proporre un qualcosa. Da indipendente devi avere alle spalle un team capace di andare nella direzione giusta e non è cosa da tutti. Spesso ci si affianca a label minori che credono nel tuo progetto e sanno come indirizzarti. Oggi è cambiato il modo in cui viene distribuita la musica, ormai scaricarsi un brano fa parte del passato e le piattaforme di streaming musicale stanno decidendo le sorti del mercato. E' un processo di adattamento, come quando si è passati dalla cassetta al Cd.


Che cosa state ascoltando in questo momento e cosa consigliereste di nuovo?

Nava: In questo momento sto ascoltando generi differenti rispetto a ciò che faccio per la mia musica, per esempio sto ascoltando Sfera Ebbasta, Taylor Swift e i Selton.


Francesco: Io invece ho appena finito di ascoltarmi l'ultimo brano di James Blake. L'ho ascoltato tipo per un'ora e mezza di fila, un trip! (ride). Ultimamente ascolto molta musica dell'est Europa, da Tommy Cash agli Ice 3 Peak.


Ultima domanda, forse un po' banale: quali sono le influenze musicali che hanno condizionato il vostro progetto?


Francesco: Le influenze del gruppo vanno da Arca a Lana del Rey, passando per èApparat e Flying Lotus. Siamo sempre alla ricerca di cose nuove, per cui non escludiamo che da questo si possa passare a integrare altri generi. Nava: La cosa che ci piace è avere una nostra identità pur non riuscendo a riconoscerci perfettamente in un singolo genere musicale. Questo ci da la possibilità di avere diverse strade da percorrere.

Il 2 febbraio è uscito il video del loro ultimo pezzo " Ritual", un brano dal mood Tribal, che pare promettere per il progetto NAVA l'ingresso, a breve, nel mondo del Clubbing.





 
 
 

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