MADH: LA MUSICA E L'EVASIONE
- Nicoló Schiara
- Feb 23, 2018
- 7 min read
Martedì pomeriggio, febbraio. Il rumore del traffico milanese è talmente forte che penetra fra le mura del loft in cui sono, fuori il caos mentre nella stanza in cui mi trovo regna una strana quiete. Mi trovo davanti a Madh, che recentemente ha rilasciato il suo nuovo singolo "Vertigo", accompagnandolo a un videoclip pubblicato su YouTube. Marco è silenzioso, pacato, diverso da come di solito si presenta in uno dei suoi Live, un performer capace di stregare con la sua musica e il suo talento.
Marco Cappai, aka Madh, nasce a Carbonia un piccolo paese della Sardegna che non ci si aspetta possa essere la casa di un artista capace di unire mondi, suoni e culture così distanti dalla sua terra. Dopo aver rotto il ghiaccio decido subito di iniziare con le domande.

Chi è Marco Cappai e chi è Madh? Quanta differenza c'è fra il Performer che sale sul palco e travolge il pubblico con la sua musica e il ragazzo che viene da un piccolo paese della Sardegna?
Ho scelto di fare musica perché per me era l'unico modo di trovare una via d'uscita da quella che era la realtà in cui vivevo. Sono sempre stato una persona molto riservata, a volte timida e la musica mi ha permesso di uscire allo scoperto, dandomi quasi la possibilità di essere una persona diversa da quella che sono fuori dal palco. Ho passato un'adolescenza, come tutti del resto, un po' tormentata. Sono nato e cresciuto in un piccolo paese dalla mentalità chiusa, sentivo il bisogno di evadere ed è per questo motivo che ho incominciato a cantare, all'inizio rinchiudendomi in camera mia, cercando di costruirmi un mondo diverso da quello in cui ero cresciuto, poi facendo qualche Live. A volte mi chiedo come sarebbe stata la mia vita senza musica, non riesco a pensarci (Ride).
Le tue canzoni sono piene di contaminazioni e riferimenti orientali. Basti pensare al titolo del tuo primo album "Madhitation", in cui il gioco di parole rimanda ovviamente al tuo nome d'arte ma anche alla meditazione, o ai singoli che sono usciti in questi anni, "Sayonara", "Gong", "Kyoto Mind". Da cosa scaturisce questa influenza e quando hai deciso di integrarla nella tua musica?
Prima che mi avvicinassi alla Musica, la mia passione era il disegno. Grazie a internet, valvola di sfogo che mi permetteva di evadere dalle pareti di camera mia, ho scoperto il mondo dei Manga, degli Anime e la cultura giapponese, mentre la vicinanza all'India la devo a mia madre che da sempre mi ha trasmesso il suo amore per quella terra. Incominciando a esercitarmi nella scrittura ho integrato queste influenze alle mie canzoni, come fonte d'ispirazione, sentendo il bisogno di non doverle separare mai. Tuttora la ritengo una base fondamentale del mio modo di far musica.
Ho trovato interesse anche nel Buddhismo. Non la ritengo una vera e propria religione, ma una filosofia di vita, in cui sei il punto fermo di te stesso. Uno dei primi artisti che io abbia ascoltato e che ha saputo fondere perfettamente la sua cultura alla musica elettronica' è stata M.I.A, alla quale mi sono ispirato molto nella scrittura di Madhitation. Mi è sempre piaciuto mescolare la musica elettronica alle diverse culture che hanno influenzato la mia vita.
Non so perché ma se dovessi associare un genere musicale alla mia terra, la Sardegna, quello sarebbe il Reggae dal quale ho preso in prestito lo slang per integrarlo nelle mie canzoni.
Tutte queste influenze e stili mi hanno dato la possibilità di conoscere e di integrare in ciò che faccio un mondo ben lontano da quello in cui ho sempre vissuto che alla fine è diventato anche il mio, malgrado io sia mai stato in Cina, Giappone, India e Jamaica...Sperando di andarci il prima possibile! (Ride)

Design e arte visiva. Oggi più che mai la musica subisce l’influenza di moda e dell’arte dando la possibilità agli artisti grazie per esempio a Instagram di proporre un vero e proprio portfolio, laddove è importante la sua musica tanto quanto la sua immagine. Come pensi che questo possa influenzare un'artista?
Sono sempre stato attratto dagli artisti che prendono un distacco dal mondo dei Social anche se non posso negare che oggi l'immagine e il proprio portfolio, nel caso di Instagram, siano importanti quasi quanto la propria musica. Bisogna pensare ai contenuti da pubblicare, allo stile che si vuole dare a una o più foto, il che rende tutto più divertente. L'importante è però non diventarne schiavi, rischiando di finire in una ricerca morbosa di ciò che piace agli altri e non di cosa piace a se stessi. Secondo me deve esserci una via di mezzo tra il crearsi il proprio mondo e mostrare sui social network la propria normalità.
La mia immagine è strettamente legata a ciò che mi piace, l'abbigliamento etnico, mischiato a uno stile urban e non so se hai notato ma alla fine io "mi vesto un po' come la musica che ascolto". Mi piace il reggae, ascolto l'hip-hop americano, allora mischio un pantalone largo in stile Jamaica a un bomber nero di pelle. Penso che sia un modo divertente per fare capire che la mia musica e la mia identità siano un tutt'uno.
Lo stile Urban di cui parli si vede molto nel video del tuo ultimo singolo "Vertigo", Come sono nati la canzone e il concept del video?
Partiamo dall'ultimo singolo che ho pubblicato, "Powerlife" nel 2016, a cui è seguita una lunga pausa dal momento che la discografia voleva rivedere il mio percorso artistico. Dopo un confronto abbiamo deciso di iniziare un progetto "a singoli" per quest'anno. Vertigo è un pezzo al quale ho messo mano ma non mio. Il brano è stato scritto dagli Hitimpulse, un team di Berlino che ha collaborato con diversi artisti fra i quali Zara Larsson, Ed Sheeran, Alma. Con Vertigo si voleva puntare a delle sonorità più internazionali, cercando di spingerla soprattutto su Spotify anche nel Nord Europa, in cui lo stile musicale è più affine alla musica che voglio proporre. Quando ho ascoltato per la prima volta la base del pezzo mi ci sono ritrovato molto e ho scelto di lavorarci. La canzone ha influenze pop ma con dei suoni decisamente più freschi, futuristici e anche "Reggaeggianti" a livello di slang. In poco tempo la canzone era pronta e sarebbe dovuta uscire prima dell'estate 2017. Purtroppo però per scelte discografiche ho dovuto attendere. Non vedevo l'ora che uscisse, ma soprattutto di includerla nei mie live, poiché penso che non ci sia soddisfazione più grande di cantare una propria canzone davanti a un pubblico reale, ripaga il lavoro fatto in studio.
Il videoclip è stato prodotto da Alessio Russo. Ci siamo trovati sin da subito e mi è piaciuta molto la sua proposta di farmi cadere da un palazzo, si ricollega direttamente al titolo e all'idea di vertigine. E' stato figo impegnarsi per trovare qualcosa che fosse un po' ricercato ed è anche per questo che la realizzazione del video ha richiesto davvero poco tempo.
Ora ma a questo punto la domanda sorge spontanea: come li scrivi invece i tuoi pezzi?
Non ho un vero e proprio schema, una fase 1,2,3. Per quanto riguarda Madhitation la maggioranza dei brani sono nati tra le mura di camera mia e lo studio di registrazione. Una cosa curiosa è che mentre scrivo una canzone sto già pensando al suo video, mi piace associare le parole alle immagini che voglio dare. Scrivo in maniera naturale, non mi va di alzarmi la mattina e impormi di scrivere qualcosa.
In questo periodo è cambiato il ruolo del producer nel mondo della musica. Se prima questa figura lavorava nell’ombra a favore della figura dell’artista , oggi sta assumendo una rilevanza tale a tal punto da poter uscire con un disco suo e avvalersi della collaborazione di artisti che ne rafforzano il valore, lavorando a questo punto per lui e non viceversa. Quanto è importante oggi un producer e la collaborazione fra di lui e un artista?
Sinceramente a me piace che vengano riconosciuti ai produttori i propri meriti. E' bello e gratificante perché si da spazio all'arte di qualcun altro mettendola in mostra, dandone risalto al nome e aprendogli la strada, nel caso dei Producer emergenti, ad altre collaborazioni. Nel mondo Rap-Trap questa cosa è molto evidente e spesso fra Rapper ci si scambia il produttore. Una cosa che secondo me è fondamentale è il legame che si deve instaurare fra Producer e Artista, lavorando alle canzoni con la stessa mentalità, condividendo le stesse idee e avendo ben chiara quale direzione prendere a livello sonoro. Nel mio caso ho sentito il bisogno di affidarmi a qualcuno che sapesse dare un suono a quello che avevo scritto ed è una sensazione indescrivibile ascoltare per la prima volta una canzone che fino a poco prima era un'idea nella propria testa.
Ti chiederei che cosa stai ascoltando in questo momento ma ho già fatto un giro sulla tua playlist di Spotify chiamata "Vertigo" in cui hai scelto di includere oltre che la tua musica anche quella degli artisti che preferisci. Inoltre hai anche pubblicato su un secondo canale YouTube dei video in cui ti relazioni con i tuoi fan, rispondendo alle domande che ti pongono e dando loro dei consigli sulla musica da ascoltare. A cosa sono dovute queste scelte e che rapporto hai con i fan?
Mi piace molto l'idea di condividere musica indipendentemente che essa provenga dal suggerimento di qualche mio fan o che sia io a consigliarla a loro. Ho creato una playlist perché sono convinto che chi mi segue possa capire un po' di me anche attraverso le canzoni che ascolto. Sul mio secondo canale di YouTube mi confronto con loro, rispondendo alle loro domande e parlando di musica, della mia o di quella che ascolto. E' un modo per capire di più chi sono le persone che ti ascoltano, sapendo che il mio genere è un genere diverso ma che malgrado questo piace anche ai più piccoli. Una volta l'unico modo per avere un contatto con il proprio pubblico era solo tramite i concerti, le radio e la TV, oggi grazie ai social il confronto è molto più diretto.

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